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Luvit – Arte
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ARCHEOFUTURO

L’archeologia del futuro non è solo il complicato tentativo di guardarsi con gli occhi dei nostri successori, non solo lo sforzo di immaginare come essi contempleranno il loro passato, o il nostro presente. E’ anche il presagio di un rischio.
Se oggi gli scavi archeologici riportano alla luce oggetti sotterrati che appartengono al passato e che dal passato riemergono, domani quegli studi avranno un altro oggetto e un’altra metodologia. Essi saranno compiuti nelle profondità non della terra ma delle immagini e dei suoni digitali che caratterizzano – o si apprestano a caratterizzare – la nostra epoca.
La produzione digitale, già oggi in parte alternativa a quella materica, in futuro è destinata a prevalere su quest’ultima. Ma lasciando spazio alle nuove forme della tecnologia, il declino della produzione materica comprometterà la stessa appartenenza degli individui – e delle loro espressioni – a luoghi e spazi precisi: non conteranno la provenienza o l’appartenenza, ma il contenuto e la valenza di quelle espressioni.
Il tempo, nella cultura, è dato da passaggi, da mutamenti, da successioni di idee e appartenenze; esso è scandito da differenze di stile, di periodo, di interpretazione del mondo e della vita.
Tuttavia oggi noi non lasciamo il segno, non imprimiamo: digitiamo. La nostra vita quotidiana si presterà tra breve a una digitazione continua all’interno della rete, così nella comunicazione, così nei servizi, così nello studio e nella produzione.
La rete sarà la scatola grande dentro cui tutto confluisce, l’imbuto senza materia dove le differenze temporali e geografiche si annullano, il contenitore onnicomprensivo che a un tempo racchiude l’oggi, l’ieri e il domani. Immobile comprendendo ogni movimento, immutevole racchiudendo in sé ogni mutamento, atemporale essendo essa stessa orologio, la scatola comprometterà il concetto stesso di appartenenza a un luogo o periodo precisi.
L’archeologia del futuro è allora un’utopia; e non perché sia – come concettualmente è – una contraddizione in termini; ma perché nel nostro tempo, e mediante le forme della tecnologia, il futuro si mescola al presente negando l’illusione di una differenza che per l’uomo è imprescindibile ma che la globalizzazione non sembra consentire.
Scriveva Musil negli anni venti: “Se è realizzazione di sogni primordiali poter volare con gli uccelli e nuotare con i pesci, scavare gallerie nel ventre delle montagne, spedire messaggi a velocità sovrumana, vedere e udire ciò che è invisibile e lontano (…) allora la ricerca attuale non è solo scienza, ma è anche magia (…)”
Ma avrebbe mai pensato lo scrittore austriaco che il progredire di quella magia avrebbe prodotto, attraverso
la tecnologia, l’effetto di un continuo e immutevole, incessante presente?

Mattia Torre

La poesia del visibile e dell’invisibile racchiusa in una lastra di metacrilato.
Una pittura rara e particolare: la retro-pittura, quella che non consente errori, quella che non perdona.
Una tecnica molto personale, attenta e libera allo stesso tempo, piena di colori e spruzzi, ombre e luci, segni e macchie, il tutto gettato col pennello, col pensiero, con l’anima, con la voglia di cercare e cercare ancora, sans arrêt.
Frammenti di metacrilato che a loro volta, perché la creazione non finisce qui!, poggiano, sprofondano, si inabissano in spessi strati di catrame, sabbia, argilla espansa.
Perché?
Sono le “Archeologie del futuro”. Vogliono essere ciò che virtualmente in un futuro lontano parlerà dell’uomo di oggi. Sostanze pulviscolari imprigionate ed intrappolate nella plastica. Le forme del presente, ovvero tecnologie, energie, reperti, vita animale ed umana , concetti astratti , pensieri scientifici, memorie, sogni, passioni e psicologie galleggeranno quasi liquefatte nelle lastre di metacrilato. Nella pesantezza del nostro presente tutto sembrerà trasportato verso la leggerezza del futuro. Forse queste forme saranno le uniche testimonianze in una terrificante ed assurda Archeologia. L’oggi nel domani attraverso il tempo: i colori carpiti nella morsa non perderanno il loro smalto e la loro lucentezza, le forme si spezzeranno come cristalli mostrando ancora le immagini racchiuse. Macchie, visioni, impronte, ombre e frammenti esploderanno. Mentre pensieri, emozioni, malinconie, felicità e memorie imploderanno. Tutto travolgentemente decapitato. In futuri millenni l’uomo di oggi attraverso le Archeologie mostrerà virtualmente la sua leggerezza e la sua forza. Una lezione. Un’accusa. Un’amarezza. Una confessione. Una condanna. E ancora…. Questi pezzi saranno i libri del futuro, verranno letti così come sono, immersi e persi nel fango delle nostre distruzioni.
Luvit dipinge con la rapidità del colore e del segno, quasi temesse di perdere l’attimo ideale, si potrebbe quasi dire l’attimo immenso perché di immensità si tratta. Con la forza del suo pensiero, della sua mano e della sua personalità crea molto velocemente e coraggiosamente queste lastre che poi spezza ed immerge in superfici di pece o altro, impedendo qualsiasi fuoriuscita di riscatto o pentimento, anzi colpendolo inesorabilmente. Alcuni pezzi pulsano ancora di spruzzi e sprazzi di lucettine variopinte, un sussultare di vita, un battito di energie che danzano con i toni alti e bassi di ogni forma di rumore. Un immenso cosmo spezzato brilla di centinaia di lumini stellari, ma più che di poesia sembrano parlare di caos lontani. Un anello di colori illuminati gira inesorabilmente costretto in uno strato di catrame e sembra gridare di segni e di simboli. Un rettangolo di luce gialla arancione e rossa, miracolosamente intero, ci manda ancora qualche segnale di vita, come una favola incantata persa nel calore del tempo. Luvit accompagna questo virtuale viaggio nelle Archeologie del futuro con un’amarezza sorridente e quasi vincente, convinto della genialità dell’uomo su tutto e per sempre, perché nonostante gli errori, i fallimenti e le molteplici distruzioni ci sarà sempre un nuovo uomo pronto a superare, sfidandolo, qualsiasi ostacolo. 

Livia Alessandrini  –  Roma 4 aprile 2000

reperto 2-0A-15 cm. 64x67,1
reperto 2-0A-15 cm. 64x67,1
reperto 20A10 cm. 56x66
reperto 20A10 cm. 56x66
reperto 2-0A-18 cm 40,5x129,5
reperto 2-0A-18 cm 40,5x129,5
reperto 2-0A-01 oblò
reperto 2-0A-01 oblò
reperto 2-0A-01 cm 47,2x56,9
reperto 2-0A-01 cm 47,2x56,9
reperto 2-0A-05 cm 32,7 x 27,8
reperto 2-0A-05 cm 32,7 x 27,8
reperto 2-0A-02 cm 91x90,3
reperto 2-0A-02 cm 91x90,3
reperto 2-0A-19 cm 69,7x38
reperto 2-0A-19 cm 69,7x38
reperto 2-0A-23 cm 74,5x94,2
reperto 2-0A-23 cm 74,5x94,2
reperto 20A23 cm 35x30,4
reperto 20A23 cm 35x30,4
reperto 20A21 cm 23,7x23,7
reperto 20A21 cm 23,7x23,7
reperto 20A22 cm 31x31
reperto 20A22 cm 31x31
reperto 2-0A-26 cm 59x108
reperto 2-0A-26 cm 59x108
reperto 2-0A-31 cm 129,5x59,4
reperto 2-0A-31 cm 129,5x59,4
reperto 2-0A-37 cm 54,1x64,9
reperto 2-0A-37 cm 54,1x64,9
reperto 2-0A-27 cm 47,8x61
reperto 2-0A-27 cm 47,8x61
reperto 20A24 cm 43,7x57,3
reperto 20A24 cm 43,7x57,3
reperto 2-0A-41 cm 48,1x60,6
reperto 2-0A-41 cm 48,1x60,6
reperto 2-0A-53 cm 69,8x88,1
reperto 2-0A-53 cm 69,8x88,1
reperto 2-0A-47 cm 70,3x54,7
reperto 2-0A-47 cm 70,3x54,7
reperto 2-0A-48 cm 49,6x61,8
reperto 2-0A-48 cm 49,6x61,8
reperto 2-0A-49 cm 43,5x57,4
reperto 2-0A-49 cm 43,5x57,4
reperto 2-0A-51 cm 69,7x59,9
reperto 2-0A-51 cm 69,7x59,9
reperto 2-0A-52 cm 88x70
reperto 2-0A-52 cm 88x70
reperto 2-0A-60 cm 40x50
reperto 2-0A-60 cm 40x50
reperto 2-0A-54 cm 69,9x63,9
reperto 2-0A-54 cm 69,9x63,9
reperto 2-0A-56 cm 74x94
reperto 2-0A-56 cm 74x94
reperto 2-0A-58 cm 40x52
reperto 2-0A-58 cm 40x52
reperto 2-0A-55 cm 64x63,6
reperto 2-0A-55 cm 64x63,6
reperto 2-0A-59 cm 57x57
reperto 2-0A-59 cm 57x57
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